Google AMP – Velocità, è anche affidabilità?

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Viene ormai dato per scontato che Google sia una delle principali realtà della rete, se non LA principale, in grado di influenzare e modificare nettamente l’approccio di miliardi di utenti con i contenuti del web. Uno di questi mutamenti sembrerebbe essere in atto proprio in questi mesi, con l’iniziativa

comunemente conosciuta con l’acronimo “Google AMP” (AMP: Accelerated Mobile Pages).

Vedi anche google mette il turbo al web con AMP Project

Le pagine AMP, sono frutto di una tecnologia gratuita e Open Source concepita per venire incontro alla necessità di ottimizzare i contenuti per dispositivi mobile, fornendo tali contenuti con tempi di caricamento pressoché istantanei alla consultazione.

Un approccio già ampiamente diffuso non solo su Google, ma nell’ultimo anno anche su Facebook, in particolare nelle pagine di informazione, che in questo modo rendono disponibili i loro articoli nella versione mobile del social network, direttamente, senza passare da siti esterni e istantaneamente.

Come detto in apertura, questa tecnologia è Open Source e quindi fruibile da chiunque per i propri contenuti, ma come in ogni innovazione si presentano pro e contro che vanno necessariamente considerati.

Analizziamo alcuni dei principali vantaggi di Google AMP

PRO

  • Rapidità. È il vantaggio più ovvio e scontato, l’ottimizzazione del codice che questo standard consente, permette di visionare i contenuti annullando quasi del tutto i tempi di caricamento, questione da sempre problematica quando si naviga da un tablet o da smartphone
  • Miglioramento delle prestazioni. L’adozione di questo sistema può rivelarsi molto utile su siti molto frequentati, dato che comporta una significativa riduzione delle richieste al server, migliorando quindi la velocità generale.
  • Maggior visibilità nei risultati di ricerca. Come abbiamo detto, Google sta fortemente promuovendo questo standard e per farlo ha iniziato a favorire i contenuti che ne fanno uso, posizionandoli sempre o quasi tra i primi risultati di ricerca. Questo porta quindi ad un evidente vantaggio quando si punta alla massima visibilità del proprio contenuto.
  • Disponibilità universale. Come già detto lo standard AMP è Open Source e Google non ha posto ulteriori vincoli alla sua applicazione, quindi al contrario di quanto avviene su Facebook (dove solo i Publisher con certi requisiti possono farne uso), chiunque può far uso di questo sistema.

Vediamo ora le problematiche

CONTRO

  • Minori introiti dagli annunci pubblicitari. Lo Standard AMP supporta i TAG pubblicitari, ma non del tutto e la loro applicazione risulta abbastanza complessa, questo quindi limita di molto i potenziali introiti.
  • Necessità di semplificazione e assenza di componenti utili al marketing. Per ottenere il codice minimale necessario, molte componenti aggiuntive comunemente usate andranno eliminate, alcuni esempi:

     

    • form di contatto (anche se si stanno sviluppando integrazioni per risolvere il problema)
    • differenti codici di monitoraggio, su analytics i condici tradizionali non funzionano e se ne devono applicare di specifici
    • eliminazione della maggior parte degli elementi di design del sito, quindi si dovrà rinunciare alla maggior parte degli elementi grafici o estetici che possono essere legati al proprio brand
  • Inutile su e-commerce e siti aziendali. Questa tecnologia è nata pensando alla consultazione di articoli, quindi è perfetta per i giornali online e per i blog, ma non è pensato per altre tipologie di siti web, che non ne trarrebbero giovamento quanto a prestazioni e velocità.
  • Autorevolezza del dominio. Il posizionamento di una pagina sul motore di ricerca è dato, tra le altre cose, dal numero di link esterni che puntano al sito, con l’AMP questo processo verrebbe influenzato dato che l’indirizzo di riferimento del contenuto punterebbe sempre a google.com/amp

Desidero infine soffermarmi su quest’ultimo punto. In questo periodo tutti avremo sentito in più occasioni, parlare della questione Fake News e di come governi e grandi multinazionali del settore, una su tutte Facebook, stiano vagliando proposte e soluzioni a questo problema dilagante nella rete.

Si è reso noto però che Google starebbe valutando di rimuovere dalle anteprime dei risultati di ricerca (la Serp o Search engine results page, per gli addetti ai lavori) gli url dei siti da cui proviene la notizia. Per molti è quindi lampante il problema, ossia questo non renderebbe ancora più complicato per gli utenti identificare un sito non affidabile o non autorevole? Non renderebbe ancora più complesso il procedimento di fact checking, aiutando così quei siti che fanno leva su distrazione e superficialità degli utenti, per diffondere notizie fuorvianti o del tutto false?

La questione è molto delicata e in piena fase di evoluzione, quindi vedremo solo con il tempo quale strada deciderà di intraprendere Google su questo tema così delicato.

Image credits to kinsta

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Federico Deserti

Federico Deserti

Da anni nel settore del Web design e nello sviluppo di siti web in tutte le loro componenti, ho realizzato numerosi progetti Web. Google partner certificato e specialista SEO e SEA, ho gestito e gestisco progetti di web Marketing multi canale sia nel settore B2B che B2C.

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